Sono nato e cresciuto a Pesaro, in Adriatico. Ho iniziato a surfare a 16 anni nello spot cittadino, la Palla di Pomodoro (nome dato dalla presenza della scultura di Arnaldo Pomodoro). Ora purtroppo questo spot non esiste più, nel 2001 lo hanno chiuso con delle scogliere, come tante altre parti di mare aperto in città e a noi non rimangono altro che bei ricordi di surfate tra amici.
Sicuramente Un Mercoledì da Leoni ha dato l’imprinting alla mia adolescenza e ha suscitato in me l’interesse verso il surf all’inizio e la costruzione delle tavole poi. Eh si, perché oltre a Matt, Jack e Leroy, i tre amici e protagonisti del film, io ero particolarmente colpito da Bear, lo shaper.
Da quel preciso momento mi sono detto che dovevo provare a costruire una mia tavola e così è stato, come si dice “la resina mi è entrata nel sangue”. Ne ho costruite diverse altre da autodidatta finchè a 22 anni, dopo il servizio militare (obbligatorio in quegli annimi sono trasferito a Roma per lavorare alla Pike, che al tempo era la factory più produttiva in Italia. Nei due anni trascorsi presso questo laboratorio mi sono occupato di tutti i passaggi inerenti la costruzione delle tavole poi, volendo perfezionare la mia tecnica ho deciso di partire per l’Australia e fare esperienza nelle surf factory che avevano risposto ai miei fax…..si avete letto bene, proprio fax: al tempo internet non era ancora diffuso e la casella e-mail non l’aveva praticamente nessuno così inviavo i fax!!! Altri tempi.
Dopo aver fatto degli stage presso la CHP, la Local Motion Australia, aver conosciuto e collaborato con diversi shaper e aver surfato tra le onde più belle della mia vita ho deciso di rientrare in Italia per aprire un laboratorio e dar vita al progetto che avevo ormai in mente da anni…. Dinamo!!
L’esperienza Dinamo è stata fantastica e, anche se è durata solo 6 anni, è stato un periodo molto intenso. Mi ha dato l’opportunità di misurarmi con me stesso dato che io e i miei ragazzi producevamo fino a 350 tavole l’anno (negli anni più produttivi) vendendole in tanti shop italiani e anche qualcuno in giro per l’Europa. Come immaginerete il livello qualitativo e le rifiniture dovevano essere sempre ad altissimi livelli, è per questa ragione che ho sempre utilizzato i migliori materiali e mi sono tenuto aggiornato sulle novità e sugli shape viaggiando per il mondo.
Purtroppo la costanza e l’impegno non mi hanno premiato , forse avevo messo in moto un meccanismo troppo grande e i margini non erano sufficienti per coprire tutte le spese fisse che avevo, senza contare il budget pubblicitario, i team riders e tanti antri aspetti che hanno pesato sul bilancio.
Così nel 2002, dopo 1.400 tavole prodotte, ho deciso di chiudere non senza rimpianti. Non è passato anno senza che pensassi di tornare a costruire tavole anche solo per passione, per qualche amico che me lo chiedeva!!
Dopo tanti ripensamenti ho finalmente deciso di iniziare una nuova avventura, così un anno fa è nata la Solar Surfboards. La filosofia rispetto alla Dinamo è cambiata radicalmente infatti mi rivolgo direttamente al surfista saltando i surf shop. Questa è più che altro una scelta dettata dall’esigenza di avere un margine di guadagno sufficiente a sopravvivere e continuare a fare quello che più mi piace nella vita: shapare. Nessun problema con negozi e negozianti ma la torta è così piccola che non è possibile mangiarci in due.
Inoltre avere un rapporto diretto con il cliente lo considero un beneficio per entrambi, sia per lo shaper che lavora su un progetto definito sia per il surfer che si ritrova una tavola su misura per le proprie dimensioni e livello.